Luca 23:26

Versetti 26-31

Abbiamo qui il benedetto Gesù, l'Agnello di Dio, condotto come un agnello al macello, al sacrificio. Sebbene molti lo rimproverassero e lo vituperassero, alcuni lo compiangevano. Ma la morte di Cristo fu la sua vittoria e il suo trionfo sui nemici: fu la nostra liberazione, l'acquisto della vita eterna per noi. Perciò non piangiamo per lui, ma piangiamo per i nostri peccati e per quelli dei nostri figli, che hanno causato la sua morte; e piangiamo per paura delle miserie che ci procureremo da soli, se ignoriamo il suo amore e rifiutiamo la sua grazia. Se Dio lo ha sottoposto a tali sofferenze, perché è stato fatto sacrificio per il peccato, cosa farà con i peccatori stessi, che si rendono un albero secco, una generazione corrotta e malvagia, e non sono buoni a nulla! Le amare sofferenze di nostro Signore Gesù dovrebbero farci stare in soggezione di fronte alla giustizia di Dio. I migliori santi, paragonati a Cristo, sono alberi secchi; se lui soffre, perché non possono aspettarsi di soffrire anche loro? E quale sarà la dannazione dei peccatori? Anche le sofferenze di Cristo incutono terrore ai trasgressori ostinati.

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